La storia del Monte di Pietà di Este

Il Monte di Pietà di Este inizia la sua attività nel 1541, per iniziativa della Magnifica Comunità di Este (un’istituzione paragonabile al Comune odierno), e venne approvato dalla Repubblica di Venezia con decreto ducale del 5 maggio 1542. La sede era un un locale concesso dalla Comunità, e veniva amministrato da un consiglio di 12 membri, equamente ripartiti tra rappresentanti della nobilità e delle Arti. Nel corso dei secoli XVII e XVIII, a causa degli abusi, si procede con l’attuazione di riforme per aumentare il controllo sull’amministrazione dell’Istituto.

Nel 1807, per effetto delle leggi napoleoniche del neonato Regno d’Italia (1805-1814), il Monte viene sottoposto alla Congregazione di Carità, soppressa nel 1823. Nel 1835 in seguito al piano del governo austriaco per i monti di pietà del Regno Lombardo-Veneto, viene dotato di un nuovo organico.

Lettera della Congregazione di Carità di Este

L’ultimo statuto approvato risale al 1942, e prevede che la gestione del Monte di Pietà di Este si affidata a un consiglio di amministrazione formato da un presidente e un vicepresidente, entrambi nominato dal capo dell’Ispettorato per la difesa del risparmio e per l’esercizio del credito, e da tre consiglieri, nominnati rispettivamente dal podestà del Comune di Este, dall’amministratore della Provincia e dal consiglio provinciale delle corporazioni di Padova.

Venivano accettati in pegno oggetti d’oro e d’argento, pietre preziose, biancheria, attrezzi, macchine, merci e metalli in generale. I prestiti andavano da un minimo di 5 lire ad un massimo di 3000 lire, e non potevano superare i 4/5 del valore del pegno per gli oggetti preziosi, e i 2/3 del valore per i restanti.

Oltre al servizio di prestito su pegno, tra le altre operazioni ammesse dallo statuto del Monte di Pietà, figuravano l’acquisto di titoli di stato o garantiti dallo stato, i mutui ipotecari, i prestiti a impiegati delle pubbliche amministrazzioni dietro cessione di una parte dello stipendio e l’acquisto di immobili.

A fronte della progressiva diminuzione delle operazioni di prestito su pegno e del continuo aumento delle spese di gestione, nel giugno del 1943, il consiglio di amministrazione chiese l’incorporazione nella Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che si impegnava a continuare in città l’esercizio del credito pignoratizio, a destinare una quota degli utili a favore delle opere assistenziali del Comune (in proporzione al patrimonio apportato dal Monte) e ad effettuare, al momento dell’incorporazione, un’ergoazione straordinaria di 500.000 lire da destinare a un’opera di pubblico interesse per la Città di Este, che verrà poi utilizzata per la costruzione di case popolari. L’incorporazione avvenne probabilmente nel 1947.

Sedi e dipendenze della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nel 1954

Il Palazzo del Monte di Pietà di Este

La sede del Monte di Pietà è collocata in Piazza Maggiore a Este, con la facciata principale che si affaccia in via Guglielmo Marconi e un ulteriore affaccio in Piazza Trieste (anticamente nota come Piazza delle Legne).

L’edificio ha subito vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli. Nel 1611 la sede inizia ad occupare l’intero edificio, rispetto al locale iniaizlmente concesso dalla Comunità.

Nel 1612 il podestà Antonio Marino fa dipingere la facciata e innalzare una torretta su cui vengono installati l’orologio e la campana minore della Torre di Porta vecchia.

Intorno alla metà del XVIV secolo il palazzo viene modificato su progetto dell’ing. Bisacco: la torretta viene demolita e l’orologio trasportato sul camapnile del Duomo, e l’edificio viene alzato di un piano.

L’ingresso principale del Monte di Pietà di Este è ancora oggi costituito da un cancello in ferro risalente al XVII secolo.

Il cancello in ferro del Monte di Pietà di Este nel 1924. Ministero della Cultura